La destituzione e l’arresto di Mussolini, il 25 luglio 1943, non suscitano in Sardegna significative reazioni, salvo qualche manifestazione isolata di giubilo. Che la guerra non sia finita è subito chiaro ai Sardi, che temono ora, dopo quello del 10 luglio in Sicilia, uno sbarco degli Alleati nell’isola. Non sarà cosÌ, invece. Con l’annuncio dell’armistizio, l’8 settembre, le truppe tedesche presenti nell’isola scelgono di ritirarsi in Corsica. 

  Un accordo col comandante militare italiano, il generale Antonio Basso, consente loro di lasciare la Sardegna praticamente senza combattere. Fu questa una decisione saggia che risparmiò alla popolazione gravi conseguenze e che in seguito portarono il generale Basso di fronte al tribunale militare. Fu assolto, dopo quasi due anni di prigionia il 28 giugno successivo. Collocato nella riserva il 29 giugno 1946 ed in congedo assoluto il 27 giugno 1954. Nel 1947 pubblicò, per i tipi Rispoli a Napoli, L’armistizio del settembre 1943 in Sardegna. Si presentò come candidato per il Movimento Nazionalista per la Democrazia Sociale alle Elezioni politiche in Italia del 1948 a Cagliari ma non venne eletto. 

  Viene insignito della medaglia mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare il 2 febbraio 1956. Muore all’età di 77 anni nell’ottobre del 1958. In Sardegna erano presenti cinque divisioni male armate e male equipaggiate, debolmente motorizzate e con pochi e vecchi carri armati, dislocati prevalentemente in Gallura. I tedeschi invece disponevano della 90° Panzergrenadier schierata in Marmilla, integrata da altri contingenti provenienti dalla Francia, dalla Germania e dall’Italia. Potentemente armata con 250 carri “Tigre”, artiglierie e genio, potevano contare su discrete forze aeree, dislocate nei principali aeroporti. Le colonne lasciarono Cagliari lungo la 131 dove si concentrarono anche le guarnigioni dislocate nell’interno.

  Due gli episodi di resistenza da parte di isolati reparti italiani: a Oristano, all ‘altezza del ponte sul Tirso, che un reggimento dell’esercito, armi alla mano, impedisce ai tedeschi di fare saltare. Fu un reggimento comandato dal colonnello JardusFontana di Iglesias a impedire ai tedeschi di far saltare il ponte Mannu sul fiume Tirso. Dopo una dura battaglia i tedeschiripreso il loro cammino verso i porti d’imbarco. Nella stessa giornata del 9 settembre a Macomer il tenente colonnello Antonio Luserna nel tentativo di persuadere i suoi uomini della divione paracadusti Nembo a non unirsi ai tedeschi venne ucciso a tradimento e il suo corpo chiuso in un sacco venne gettato a mare a Santa Teresa di Gallura. A La Maddalena i combattimenti tra soldati italiani e tedeschi durano fino al 13 settetnbre, provocando morti dalle due parti. I tedeschi si erano impadroniti della base militare e avevano fatto prigionieri due ammiragli. 

  Uno di questi, Carlo Avegno, liberatosi, si impadronì del deposito delle armi ed insieme ad un manipolo di uomini diede vita ad una furibonda battaglia di resistenza. I tedeschi in un primo momento si accordarono per interrompere le ostilità e raggiungere il porto di Palau. L’ accordo non venne rispettato dai tedeschi che ripresero i combattimenti. Diversi soldati italiani persero la vita tra cui Carlo Avegno. I tedeschi riuscirono ad imbarcarsi insieme ad alcuni reparti della Nembo a Palau e Santa Teresa di Gallura. Con la partenza dei nazi-fascisti, l’isola visse la sua ultima esperienza di guerra diretta. Qualche giorno dopo i primi soldati americani sbarcheranno a Cagliari.

Massimiliano Piga per Gazzetta Sarda

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